? Ieri mi è andato l’occhio sulla libreria dove ho ritrovato il libro “Le parole sono finestre (oppure muri) di M. Rosenberg. Sono tanti anni che ce l’ho (e mi segue sempre nei miei tanti traslochi) e trovo i suoi passaggi sempre illuminanti.
? A proposito della seconda componente della CNV (Comunicazione Nonviolenta o empatica) vi riporto il paragrafo sulla differenza tra sentimenti e “non sentimenti”. Rosenberg afferma che c’è una comune confusione provocata dal nostro linguaggio abituale nell’utilizzare la parola sentire senza in realtà esprimere un sentimento. Per esempio, la frase “mi sento di non aver fatto un buon affare”, “mi sento” può essere sostituito da “penso”. E’ necessario quindi distinguere i sentimenti dai pensieri.
?Per esprimere i nostri sentimenti è utile servirsi di parole che si riferiscono ad emozioni specifiche, anziché di parole vaghe o generiche. Ad esempio, la frase “mi sento bene rispetto a quella cosa” la parola “bene” può significare contenta, emozionata, sollevata o un gran numero di altre emozioni. Parole come bene o male non consentono di capire cosa effettivamente si sta provando.
?Sviluppare un vocabolario di sentimenti ci permette di descrivere le nostre emozioni con chiarezza e specificità e ci connette più facilmente l’uno all’altro.