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Se l’ultimo Global Gender Gap Report del World Economic Forum rileva che il divario di genere si è leggermente ridotto, emerge tuttavia che un numero inferiore di donne partecipa alla forza lavoro. Il Report suggerisce che l’ascesa delle nuove tecnologie, in effetti, potrebbe peggiorare la situazione. Il settore dell’Intelligenza Artificiale, che è considerato uno dei principali motori del cambiamento nella trasformazione digitale, mostra già un divario tra i professionisti di genere maschile e femminile: solo il 22% dei professionisti dell’IA a livello mondiale sono donne.
Nonostante ciò le soluzioni digitali sembrano favorire l’uguaglianza di genere visto che hanno tutte le potenzialità per influenzare i processi che vanno dal reclutamento allo sviluppo dei dipendenti fino alla leadership. Ad esempio, i professionisti delle risorse umane hanno iniziato ad utilizzare le tecnologie, in particolare i Chatbot, per limitare i bias relativi al linguaggio di genere attraverso gli annunci di lavoro che possono influire positivamente o negativamente sulla capacità di attrarre candidate femminili. Questi strumenti tecnologici rilevano frasi come “guidato da” o “obiettivi ambiziosi” che risuonano di più agli uomini, mentre “collaborativamente” o “essere ascoltati” statisticamente attraggono di più le donne.
Inoltre, con strumenti di “blind recruitment“, che omettono il genere e i nomi, si possono eliminare i pregiudizi della fase iniziale di screening. Anche il machine learning consente di mappare i profili dei candidati alle job description, offrendo così a donne e a uomini pari opportunità di essere selezionati per una posizione.
Gli impatti della tecnologia non si limitano solo al processo di assunzione. L’utilizzo sempre maggiore delle tecnologie digitali, come per esempio il digital learning, ha portato un enorme vantaggio non solo per le donne ma per tutti i lavoratori che desiderano imparare e crescere.
La Trasformazione Digitale sta cambiando il modello delle donne in posizioni di leadership. Secondo il primo rapporto Global Female Leaders Outlook di KPMG (2018) per il quale sono state intervistate 700 donne con posizioni di leadership nelle aziende di tutto il mondo, le donne leader si sentono a proprio agio con le nuove tecnologie. Il 77% delle intervistate crede che la disruption tecnologica sia più un’opportunità che una minaccia e il 72% riconosce già un impatto significativo della trasformazione digitale nel loro business. Il know-how di nuove tecnologie è considerato il secondo tratto più importante per raggiungere il successo personale, dopo il network personale. In termini dei benefici che l’Intelligenza Artificiale potrà portare nei prossimi 3 anni, le donne leader di tutto il mondo si dimostrano pragmatiche. Sono convinte che le nuove tecnologie miglioreranno la capacità di analisi dei dati, ridurranno i costi operativi e le organizzazioni saranno più agili. Sono altresì consapevoli che c’è bisogno di una forza lavoro con competenze adeguate; il 61% delle grandi aziende afferma di assumere persone con competenze digitali a prescindere dagli obiettivi di crescita futuri, mentre il 49% delle piccole imprese vorrà raggiungere un certo tasso di crescita prima di assumere nuove competenze.
Con il proliferare dell’IA, del machine learning e della digitalizzazione in tutti i settori, il lavoro viene sempre più spesso suddiviso in compiti sempre più piccoli, prendendo il nome di “atomizzazione” del lavoro. Significa che ora pensiamo al lavoro come ad una serie di micro-compiti, alcuni dei quali possono essere realizzati utilizzando strumenti automatici o tecnologie digitali, come il machine learning. Dal momento che questa visione atomizzata del lavoro diventa sempre più diffusa ed alcune attività vengono sostituite dalla tecnologia, il rischio è che alle persone rimangano da svolgere solo singoli compiti.
La sfida consisterà nel garantire che la forza lavoro sia sempre in grado di trovare uno scopo e un significato nel proprio lavoro e di essere allineati alla vision e alla mission aziendale. Il cambiamento dipende da noi; con la trasformazione digitale è fondamentale ripensare al ruolo dei leader, che necessariamente passa da un modello di comando e controllo ad uno che sia fonte di ispirazione e di sostegno. Questo modello di leadership richiede caratteristiche di empatia e intelligenza emotiva – tratti che si ritrovano maggiormente nelle donne.
È stata fatta molta strada ma ancora ce n’è da fare; c’è ancora bisogno di assicurare che i processi organizzativi sostengano maggiormente la diversity. Dobbiamo sfidare costantemente i nostri assunti per garantire che i processi e le procedure favoriscano l’uguaglianza. Le organizzazioni dovrebbero integrare iniziative di diversity in tutti gli aspetti del business, dal processo di assunzione ai metodi operativi.
La trasformazione digitale può sicuramente facilitare e supportare l’uguaglianza e la diversità, ma sono le persone che creano il cambiamento. Dobbiamo far in modo di garantire e promuovere l’inclusione prima a livello culturale, iniziando dalle scuole, avvicinando le ragazze alle STEM e valorizzando i tratti caratteristici femminili, come l’empatia, la collaborazione, la resilienza, il problem solving, indispensabili per la leadership digitale. Fare cultura della diversity nelle scuole, significa che bisognerà educare anche i ragazzi per renderli consapevoli del valore femminile nella società e nelle organizzazioni, farli diventare loro alleati e complici. La tecnologia a quel punto sarà solo lo strumento abilitante di una nuova cultura e di un futuro inclusivo e sostenibile.